Fase 2: locali movida Benevento restano chiusi per protesta.Manifesti funebri annunciano la crisi del settore

Manifesti funebri che annunciano la crisi del settore e la mancanza di chiarezza sono comparsi sulle serrande dei locali della movida di Benevento che hanno deciso di restare chiusi.

Il manifesto cita le ordinanze del 17 e 18 maggio e quella del 20 maggio che impone la chiusura delle attività alle ore 23.

Gli esercenti del centro storico di Benevento, riuniti nell’associazione “Quelli della notte”, non rialzano le serrande dei loro locali anche in occasione del si del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, al ritorno della movida notturna con le dovute precauzioni.
Una protesta per dire no alla chiusura dei locali alle 23:00, come è stato stabilito dal decreto regionale per limitare gli assembramenti di giovani dentro e di fronte i suddetti esercizi commerciali ed il conseguente consumo smodato di alcolici.
“Eravamo prontissimi a riaprire” – così in una nota congiunta – “ed abbiamo sanificato e messo a norma ogni spazio per accogliere i nostri clienti, ma la mancanza di chiarezza e la chiusura improcrastinabile alle 23:00 ci impongono di protestare contro questo provvedimento drastico che riguarda solo noi esercenti i cui locali sono inquadrati come quelli della movida!”
Una scelta ragionata e presa di comune accordo tra gli operatori del settore nei vicoli del centro storico del corso Garibaldi, l’arteria centrale e pedonale della città, per ribadire la loro fermezza nella richiesta di avere si gli stessi doveri ma anche gli stessi diritti di tutti gli altri.
“Una decisione che coinvolge ed etichetta solo noi, altre attività come bar e ristoranti nelle immediate vicinanze potranno sforare l’orario a noi comandato e a loro no! Un’imposizione di cui non comprendiamo le ragioni, avendo messo i locali a norma ed essendo stati sempre scrupolosi nell’esercizio della nostra professione!”
Campeggiano sulle vetrine dei locali dei cartelli, con il grido dei commercianti “mancanza di chiarezza”, che resteranno chiusi proprio nel primo weekend concesso alla riapertura.
Un grido di aiuto e di trasparenza da parte di chi chiede di poter lavorare con medesimi diritti e doveri.

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