Il Codice Da Vinci: un lavoro di fanta-letteratura

Si è aperto ieri con un interessante dibattito il ciclo di incontri “Dal Labirinto della memoria, frammenti di pensiero per il XXI secolo”, organizzato dal Centro di cultura dell’Università Cattolica in collaborazione con le diocesi di Benevento e Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti.“Ci auguriamo che grazie anche a questi appuntamenti si possa iniziare a ricucire quello strappo tra la cultura cattolica e quella laica, presente nella società contemporanea”, è quanto ha affermato mons. Pompilio Cristino nel portare il suo indirizzo di saluto a nome dell’arcivescovo Mugione, assente per motivi pastorali. “Ciò che ci ha portato ad organizzare questi incontri – ha spiegato Pasquale Gallucci, Presidente del Centro di cultura – è la volontà di capire come si muove la realtà attuale attingendo alle radici del passato”.Di assoluta attualità è stato l’intervento di Andrea Tornielli, saggista e vaticanista de “Il Giornale” autore di un testo “contrapposto” al codice Da Vinci di Dan Brown. “È assolutamente impensabile – ha spiegato Tornielli – di poter credere a quanto scritto nel codice Da Vinci. Non c’è una sola pagina del volume di Dan Brown nel quale non vi sia un errore, dimostrabile con facilità e scientificità. Ciò che deve far riflettere, soprattutto al mondo cattolico, è che un romanzo privo di fondamenti scientifici abbia potuto riempire gli scaffali dei supermercati, irrompendo anche in molte coscienze per mettere in discussione i fondamenti della fede cattolica”.Prima dell’intervento del vaticanista Tornielli, mons. Alessandro Pilla aveva illustrato il percorso che ha portato la stessa Chiesa cattolica ha riconoscere i quattro Vangeli, di Marco, Luca, Matteo e Giovanni quali “ispirati” mentre gli altri come apocrifi o gnostici. “C’è un lavoro di grossa fantasia umana – ha spiegato mons. Pilla, docente di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico “Madonna delle Grazie” di Benevento – soprattutto in quei vangeli che chiamiamo dell’infanzia. Basti semplicemente leggerli per rendersene conto immediatamente”.Ha chiuso la serata l’intervento del professor Maurizio Cimino che ha spiegato come Leonardo Da Vinci, autore dell’Ultima Cena, dipinto menzionato nel libro di Dan Brown, sia giunto a raffigurare Gesù e gli Apostoli nel modo che tutti ammiriamo, smascherando anch’egli l’interpretazione errata che ne da l’autore nel suo lavoro.Il ciclo di incontri proseguirà il prossimo mercoledì 27 febbraio quando verrà affrontato un altro tema molto attuale e delicato nel dibattito culturale contemporaneo: il rapporto Stato e Chiesa.

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