Inzaghi intervistato per il BCT racconta la sua quarantena aspettando il ritorno in campo

Filippo Inzaghi, intervistato per il BCT, si racconta tra aneddoti calcistici e consigli sulle serie Tv, mentre freme per il ritorno in campo.
Il giornalista inizia l’intervista, ovviamente via webcam, dicendo a Superpippo che in questo periodo di quarantena, Sky ha pensato bene di proporre ai telespettatori, ormai in astinenza da calcio da due mesi, le partite dei vari mondiali giocate dall’Italia, tra cui quelle del 2006 dove l’Italia diventò campione del mondo e l’attuale allenatore del Benevento faceva parte di quello storico gruppo.
Inzaghi risponde che riguardando queste partite, soprattutto durante la quarantena, capisce di aver fatto qualcosa di straordinario in carriera ma probabilmente all’epoca non lo ha nemmeno festeggiato abbastanza, dal momento che i calciatori a quei livelli vivono a mille all’ora e pensano sempre al traguardo successivo senza godersi il momento attuale. La nazionale campione del mondo era una squadra forte ma in Italia c’era uno scenario calcistico particolare a causa di calciopoli però quell’episodio li unì ancora di più.
È consapevole che alcune partite si giocano poche volte nella vita e tornando agli anni al Milan dice di aver giocato tre finali di Champions di cui la prima persa ma lui ha avuto la fortuna di giocarne altre due e vincerle.
Tornando al presente Inzaghi dice di aver trascorso questa quarantena in casa con la fidanzata sereni ma nello stesso tempo preoccupati per i genitori al nord. Per uno come lui abituato a vivere all’aria aperta tutto il giorno è stato pesante, ha trascorso il tempo vedendo serie tv, giocando a carte, mentre la fidanzata si è dedicata molto alla cucina.
Parlando del Benevento dice che nella carriera di un allenatore vincere il campionato a fine febbraio è qualcosa di irripetibile che nessuno potrà mai cancellare, e si rammarica pensando ai festeggiamenti che ci sarebbero stati, al fatto che avrebbe potuto dare spazio a tutti però non preferisce non guardarsi indietro. Si sente fiducioso, ribadisce che a Benevento si sente a casa e l’affetto della gente gli fa piacere.Voleva provare un’esperienza al sud ed è felice della sua scelta, vive in centro, i tifosi gli chiedono tanti autografi ma nel massimo rispetto.
Parlando del fratello dice che sono due persone serie, nati col pallone sotto il braccio e hanno viaggiato in parallelo sia da giocatori che da allenatori. Simone, con la Lazio, veniva da 21 risultati utili consecutivi, lui da diciannove ma questi record nessuno lo cancellerà.
Per lui un’eventuale ripresa a porte chiuse è negativa perchè senza tifosi non è calcio, se il Governo e le autorità competenti dicono che non si può giocare il tecnico è pronto ad accettarlo, ma mancano solo dieci partite alla fine del campionato per lui andrebbe bene disputarle anche ad agosto sempre se la situazione sanitaria del paese lo permette. Il calcio è la terza azienda in Italia, ci sono i giocatori di Lega Pro, dilettanti e tante figure attorno e se non dovesse ripartire queste persone che hanno stipendi minimi avranno problemi. I suoi giocatori sono fermi da due mesi e questo non è positivo per un’atleta, preferisce che vadano a correre nei centri sportivi della società e non per strada, ovviamente con le dovute precauzioni, uno per volta, non facendo la doccia e arrivando al campo con la propria macchina. De Luca ha permesso al Napoli calcio di riprendere gli allenamenti, ora aspettiamo il nostro turno.
Abbandonando il calcio e parlando di serie Tv, Superpippo dice di aver visto la Casa di Carta, Vis a Vis che ha lasciato a metà e Narcos, ma preferisce le storie vere tipo Il Traditore di Favino e i grandi classici di una volta come la Vita è bella che riguarda sempre con piacere.

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