Le Neoplasie polmonari Confronto tecnico per la definizione di obiettivi e strategie per la tutela della salute

 

 

I tumori polmonari – ha dichiarato il dott. Antonio Febbraro – rappresentano la principale causa di mortalita’ per cancro nel mondo occidentale.

Le abitudini di vita e l’ambiente ne rappresentano la maggiore fonte di rischio . È noto che il tabagismo è all’origine di oltre l’85% delle neoplasie polmonari, ma è soprattutto ritenuto la causa della progressione invalidante di malattie croniche come la bronchite cronica, per la quale la prevalenza ipotizzata arriva al 15% della popolazione, mentre la prevalenza del tumore polmonare è valutabile attorno a 55-60/100.000 abitanti. Il ruolo dell’inquinamento dell’ambiente generale va contribuendo a queste patologie in modo incrementale, anche se non ancora del tutto quantificabile. Un ruolo riconosciuto nell’incidenza delle malattie respiratorie croniche invalidanti, e nelle neoplasie del torace, anche se di impatto numericamente inferiore sul sistema sanitario, è attribuibile all’inquinamento degli ambienti confinati, lavorativo e domestico.

La prevenibilità e la controllabilità dei fattori di rischio legati al tabagismo e alla qualità dell’aria negli ambienti confinati – ha proseguito il dott. Antonio Febbraro – rende ragione della loro importanza nella scelta degli interventi per la salute.

Gli interventi di prevenzione che possono avere maggiore effetto sono rappresentati dalla lotta all’abitudine tabagica, organizzata secondo gli schemi delle leggi regionale prodotte per questo obiettivo, dal controllo della qualità dell’aria e dalla prevenzione delle infezioni respiratorie.

L’integrazione degli interventi sanitari tra ospedale e territorio, mediante percorsi definiti secondo linee guida, rappresenta la massima priorità individuabile dal punto di vista organizzativo, secondo un modello che affida alle strutture sanitarie di base il compito di presidiare l’avvio degli interventi sanitari in fase acuta e cronica, sulla base di linee guida condivise con gli specialisti, ai quali spetta il compito di utilizzare la complessità tecnologica e organizzativa per gli interventi assistenziali che la richiedano, per il monitoraggio delle possibilità di intervento, per la sopravvivenza e la qualità di vita.

L’incontro – ha concluso il dott. Antonio Febbraro – si prefigge lo scopo di mettere a confronto tutte le figure professionali coinvolte nel percorso preventivo, diagnostico, terapeutico, percorso che necessariamente coinvolge la realtà ospedaliera e quella territoriale.

 

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