“Il progetto della fondazione Polis di Napoli che è nato circa dieci anni fa per dare un volto a quei nomiche vengono letti il 21 marzo di ogni anno durante la giornata delle memoria. C’è un lungo elenco di persone che ai più non dicono niente.
Lo scopo è quello di intervistare i familiari per dare un volto a queste persone”. Lo dichiara all’Adnkronos lo scrittore Raffaele Sardo, che da anni scrive le storie delle famiglie delle vittime innocenti delle mafie, spiegando lo scopo del progetto che lo vede coinvolto con la fondazione Polis di Napoli.
A Benevento per partecipare all’iniziativa di Libera ‘Facciamo un pacco alla camorra’ ha sottolineato: “Racconto le storie dal punto di vista dei familiari. Esce fuori il film della tragedia, del dolore, dell’angoscia di quello che è accaduto in questi anni. Per lo più
sono stati abbandonati dallo Stato, perché prima non c’erano tutte le leggi che ci sono oggi a tutela dei familiari. Poi, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno giustizia perché non si conoscono gli autori di questi delitti”.
“Finora – conclude Sardo – ne ho narrate circa un centinaio. Quando abbiamo cominciato l’elenco arrivava a 150, ora siamo a 472 perché nel frattempo altra gente ha parlato, abbiamo scovato vittime, persone che non volevano parlare per vergogna hanno cambiato idea. Io credo che valga la pena raccontare perché queste sono le storie di chi ha fatto
una resistenza anche inconsapevolmente contro i poteri criminali”.
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