Strappo PDL, si riapre il nodo delle alleanze

In primavera si voterà nel Comune capoluogo, ora governato dal centrosinistra, e in circa un terzo degli altri centri sanniti, e il fatto che il Pdl riesca o meno ad operare scelte unitarie per le candidature potrà in molti casi fare la differenza. Ne è consapevole Vittorio Fucci jr, segretario provinciale dei Popolari per il Sud, che in proposito afferma: «Noi facciamo parte della coalizione di centrodestra, e sicuramente guardiamo con attenzione agli sviluppi e all’evoluzione in atto. Il nostro auspicio è che il centrodestra resti coeso, a livello nazionale e a livello locale, dato che sono imminenti importanti appuntamenti elettorali. Speriamo quindi che le diversità di vedute restino limitate alle sfumature e non coinvolgano anche i principi di fondo che tengono insieme la coalizione, determinando posizioni inconciliabili e incompatibili con la sua sopravvivenza». Ma se invece la frattura dovesse allargarsi, «allora ci attesteremo sulle posizioni che saranno più compatibili e affini con il nostro modo di intendere e di fare la politica». Ciro Vallone, responsabile provinciale di «La Destra», ammette di trovarsi in questo momento tra due fuochi: «Il segretario nazionale Storace – spiega – in questo momento è più vicino alla parte ”berlusconiana” del Pdl, ma su alcune questioni, come la battaglia per la legalità, io mi sento più vicino alle posizioni di Fini e, a livello locale, solidarizzo con i ”viespoliani”». Quanto ai possibili scenari, «non sono certo che la frattura tra Berlusconi e Fini sia di quelle sanabili, secondo me presto si sceglieranno percorsi diversi, e questo nel Sannio complicherà non poco le scelte per le prossime amministrative». Molto cauti i vertici provinciali del centrosinistra. «Non entriamo nelle questioni altrui, in questo momento siamo concentrati sulle dinamiche interne alla nostra coalizione – spiega Francesco Zoino, segretario dell’Idv – e ci sembra comunque prematuro ipotizzare possibili scenari a livello locale». A suo avviso, comunque, sia a palazzo Mosti che alla Rocca dei Rettori non c’è da aspettarsi rivoluzioni: «Malgrado la frattura tra ”finiani” e ”berlusconiani”, a mio avviso non si verificheranno mutamenti di fronte, semplicemente ci saranno due opposizioni che rimarranno, appunto, opposizioni». Per Erasmo Mortaruolo, neosegretario del Pd, «è evidente che il centrodestra è in difficoltà, e quindi guardiamo con attenzione a tutte le possibili evoluzioni di questo scenario, soprattutto in viste delle amministrative»; in ogni caso «è importante capire come si collocherà una eventuale nuova forza politica a livello nazionale» prima di poter anche solo ipotizzare nuove convergenze a livello locale. Un discorso ripreso anche da Giuseppe Marsicano, appena diventato segretario provinciale dell’Api (Alleanza per l’Italia): «Seguiamo con interesse gli sviluppi della situazione. Per ora non si intravede un nuovo progetto politico, ma le cose potranno cambiare. Noi invece un progetto lo abbiamo, quello di una terza forza in campo che non sia solo un piccolo partito come l’Api, e lo esterneremo prossimamente. C’è anche una ”ipotesi di lavoro” a livello locale con l’Udc. Ora la frattura tra Fini e Berlusconi sembra rilanciare le chances della nascita di un’area di centro più vasta, aprendo scenari particolarmente interessanti».

IL MATTINO del 1 Agosto 2010

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