Al viale degli Atlantici… c\’era una volta l\’Arena Italia

Di tante belle serate ricorderò quella del 27 luglio 1960 che regalò a tutti i partecipanti un momento e più di “gloria”. A Mario,un ulteriore grazie per le sue citazioni circa il mio lavoro di rievocazione dei protagonisti della musica beneventana.

Pochi lo prevedevano,ma quella serata musicale, anche se su basi artigianali, regalò ai giovani interpreti beneventani un’autentica popolarità. Un successo senza precedenti riportò la manifestazione ENAL, presentando al difficile pubblico le nuove forze della canzone. Scroscianti applausi all’Arena Italia sottolinearono di volta in volta la bravura delle voci che si presentarono su quel piccolo ma accogliente palcoscenico. Molti,giunti in ritardo, dovettero rinunziare ad assistere allo spettacolo, ma gli organizzatori lo replicarono la sera seguente”. Così riportò la stampa il giorno successivo. Per “Il Mattino” figurava, in seconda fila, l’avvocato Luigi Vessichelli e il dott. Aldo Gambatesa per il “Roma”. Mentre,il poeta-giornalista Edgardo De Rimini sedeva accanto al maestro Alfredo Salzano,musicista.

L’Arena Italia è ricordata per la presenza di profumatissime piante, ma non per i camerini e così, quella volta, mamme, sorelle e amiche improvvisando separè e paraventi, operarono miracoli ora sul viso, ora sui capelli delle emozionate e accaldate cantanti. C’era non poca confusione dietro quel piccolo palco, ma finalmente le note di “Bahia” del complesso “Hula Hula”, diretto dal maestro Raffaele Russo, con Silvio Sorgente altosassofonista, siglarono l’inizio dello spettacolo di quel 27 luglio del 1960. La storia musicale della kermesse, presentata dalle brillanti Rosaria Argenio e Rita Ricciardi, si aprì con “O’sole mio” e “Torna a Surriento”, interpretate da Gino Mercurio. La sua voce tenorile si spiegò su un tessuto musicale pieno ed armonioso. Quando toccò a Claudia Iele, che apparve vestita di bianco, capelli corti, corpo esile, sorriso delizioso, voce da soprano dolce e lirica, non immaginava che in molti sarebbero rimaste impresse le sue: “Conoscermi” e “Tuppe tuppe,mariscià!”. E c’era alle 22.15 anche Romolo Fiore che, chiamato a gran voce da una folta schiera di parenti, amici e ammiratori, propose con voce a tratti baritonale: “E rrose e tu” e “Solitudine”. Di Romolo posso dire che il suo cantare è stato sempre impostato, dalle importanti modulazioni e dotato di potenza che si miscela con la dolcezza esecutiva.

Da un quotidiano dell’epoca: “L’ospite d’onore della manifestazione, Tullio Zitani, ha offerto quattro magnifiche interpretazioni, che hanno posto in piena luce tutte le sue possibilità e i tanti pregi di cantante dalla voce intensa; lungamente applaudita la piccola Anna Maria Pennella che ha proposto “ Silvanita” di De Rimini-Salzano; il successo non è mancato a Gerardo Feleppa con “Il tuo bacio è come un rock” e “Guarda che luna”; sbarazzina è apparsa Rosa Pastore che ha portato “Quando vien la sera”, “Oh,Oh Rosy” e l’urlata “E’ vero”; applauditissimo Carlo Quarantiello, cantante – chitarrista, in “Lusingame” e “Marinarella”; entusiasmo e applausi a scena aperta per Salvatore Zitani che ha cantato “Non passa più” e “Noi”; Franco Pepe – preparato dal pianista quindicenne, Pino Salzano – è stato l’intenso interprete di “Segretamente” e “Serenata a Margellina”; bravi – ma soltanto nella prima parte – i componenti del quartetto “The four boys”; simpatici, ma non di più, i comici Gino Del Vecchio e Marco Iacoviello. Fuori programma si sono esibiti i ragazzi della Fisorchestra” diretta da Raffaele Russo”.

Tanti anni sono trascorsi d’allora, ma sono certo che molti ricordano ancora gli interpreti e i motivi di quella serata all’Arena Italia… Tanto pè cantà.

“…Tanto pè can-tà/ perchè me sento un fricceco ner core/ canto pè sognà/ pechè ner petto me ce nasca un fiore/ fiore de lillà/ che m’àriporti verso er primo amore/ che sospirava le canzoni mie/ e m’arintontoniva dè bugie…

 

Enrico Salzano

 

* Omaggio agli interpreti di quella sera all’Arena Italia…Tanto pè cantà

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