Boccalone (TèL): Principe e Damiano ancora ai loro posti

il Partito Democratico avrebbe formulato per assicurargli la ricandidatura nella prossima competizione elettorale.Non sembra fuori luogo chiedersi perché il Pd avrebbe chiesto la rimozione da ruoli e funzioni di Claudio Mosè Principe e di Aldo Damiano, rispettivamente presidente dell’Amts e assessore ai Lavori Pubblici». Nicola Boccalone prende spunto dalle dichiarazioni rese dal parlamentare Mario Pepe per fare il punto sulle questioni interne al Pd. La risposta all’interrogativo di cui sopra, potrebbe essere, a detta del consigliere di Tel, quella di ”depotenziare” la forza elettorale del sindaco Pepe, fiaccandolo attraverso la rimozione dallo scenario politico dei suoi più fidati collaboratori della prima ora. Qualche particolare: nella prima composizione della giunta, Aldo Damiano aveva la delega all’Urbanistica e Claudio Mosè Principe quella ai Lavori Pubblici. Dopo un giro di espulsioni assessoriali e di ripetute espressioni di apprezzamento e stima al loro operato, Principe è stato spedito all’Amts mentre Damiano è passato ai Lavori Pubblici, subentrando proprio a Principe. «Si rileva un denominatore comune della politica locale: i Lavori Pubblici non portano bene, non sono forieri di cose positive, tutt’altro! La politica – argomenta Boccalone – è giusto che ragioni sempre in chiave politica ma quando da una intervista rilasciata da un noto, esperto e navigato esponente del Pd emerge che le posizioni dei ”prescelti” del Pd vengono definite …. ”questioni di carattere morale, che per la verità hanno provveduto più i diretti interessati ad eliminare …”, allora è legittimo interrogarsi nuovamente sulle ragioni concrete che hanno indotto il Pd a porre la condizione di estromettere dal protagonismo politico ed istituzionale il duo Principe-Damiano. Sarebbe gradito qualche esempio di concetto di moralità, soprattutto in considerazione del fatto che al diktat si riconoscono anche il carattere di urgenza e indifferibilità. Nella formulazione dell’esempio sarebbe opportuno tener presente che entrambi hanno esercitato la delega ai Lavori Pubblici, quale esempio di denominatore comune che lega le sorti e il destino di entrambi unitamente a quello del sindaco Pepe, che non ha perso mai occasione di difendere l’operato dei suoi delegati, con particolare riferimento all’assessore Damiano». Sempre dal tono e dai contenuti dell’intervista resa da Pepe emerge, a parere di Boccalone, la convinzione che il sindaco, ancorché indirettamente (dimissioni ”volontarie di entrambi) avrebbe ottemperato l’impegno assunto. «Mi spiace rilevare – dice in proposito l’esponente di Tel – che le fonti ufficiali non confermano che la vicenda si sia risolta. Aldo Damiano avrebbe rimesso le deleghe ma ricopre tuttora l’incarico di assessore. Un ossimoro istituzionale! (delegato senza deleghe). Fonti ufficiali di conoscenza societarie indicano ancora in Claudio Mosè Principe il presidente di Amts, così come il ”fatidico” concorso per assunzione di personale sembra appartenga ancora agli atti e procedure da rimuovere! In casa altrui non si ha alcun potere decisionale ma non può non riconoscersi il diritto-dovere della critica quando le questioni partitiche riverberano sul piano delle rappresentanze istituzionali (assessoriali e vertici di società pubbliche)». Se il Pd ha posto questa come una precondizione per poter avviare un dialogo sulla ricandidatura del sindaco Pepe nella prossima competizione, farebbe bene a rilevare che le rappresentanze istituzionali sono tutt’altro che modificate nelle posizioni che forse chiedeva di sostituire. «Non so se basterà l’intelligenza del sindaco Pepe di trasformare le richieste di ”licenziamento” in ”dimissioni volontarie” da parte del duo Principe-Damiano, per dimostrare la sua totale incontaminazione rispetto agli scenari passati che potrebbero condizionare quelli futuri. Una cosa sembra però evidente: Pepe non ha licenziato il duo Principe-Damiano bensì li ha lasciati in posizione di attesa per i loro eventuali futuri ricollocamenti politici e istituzionali. Appare doveroso però – conclude Boccalone – porgere una garbata richiesta al Pd e al sindaco Pepe per conoscere i motivi della risoluzione del rapporto istituzionale che sul piano elettorale nel 2006 ha contribuito per 1293 espressioni di preferenze (Damiano 682 e Principe 611). Il dato elettorale, così significativo ed importante, contribuisce ad insistere per conoscere le ragioni che potrebbe far rinunciare al sindaco Pepe anche ad un così considerevole apporto: perchè?».

IL MATTINO del 28 Gennaio 2011

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