Comunali, alleanze al palo aspettando Roma

 Ma, almeno stavolta, non per responsabilità degli attori nostrani, ingessati da riverberi di decisioni che sovrastano la loro testa: mai come ora, infatti, ciò che si decide a Roma o, per meglio dire a Todi, è destinato ad influenzare le opzioni in terra sannita. Non vi è dubbio che l’alleanza Casini-Fini-Rutelli potrebbe condizionare i posizionamenti ai blocchi di partenza per la corsa al governo di palazzo Mosti. Ed, infatti, i due schieramenti tradizionali potrebbero saltare o, comunque, modificati. Intanto, né centrosinistra e né centrodestra, nonostante gli auspici sbandierati ed i conclamati buoni propositi nel voler sbrogliare in tempi brevi la definizione delle coalizioni, hanno potuto concretizzare l’obiettivo. Tra fine novembre-inizi dicembre si confidava nel chiarimento che sarebbe derivato dopo il 14, giorno in cui la Camera dei deputati era chiamata a pronunciarsi sulla mozione di sfiducia a Berlusconi, ma neppure la prosecuzione dell’esperienza del Cavaliere al timone del governo del Paese ha diradato dubbi e perplessità circa il posizionamento di alcune forze. Non a caso, il centrosinistra, che pur ha tenuto più di una riunione, si appresta all’ennesimo incontro di domani senza sapere se l’Api sarà o meno della partita o, meglio, se giocherà nella squadra capitanata dal Partito democratico. Identica la situazione nell’altro campo: il centrodestra attende ormai da due settimane la risposta da parte dell’Udc circa l’eventuale partecipazione alla coalizione, risposta che, però, Santamaria e soci non hanno fornito, né erano in grado di farlo, tanto è vero che non risulta essersi tenuta neppure una riunione degli organismi deputati per decidere la linea politica. Questo, nella consapevolezza che occorreva aspettare, appunto, le determinazioni che sarebbero venute dal primo incontro congiunto fra parlamentari dell’Udc, Futuro e libertà e Alleanza per l’Italia. Nello specifico, va verificata se la composizione del Nuovo Polo sarà un dogma per tutte le realtà, quindi da costituire necessariamente dappertuto, o quantomeno a livello di un Comune capoluogo, oppure saranno concesse licenze territoriali, privilegiando le autonomie delle varie realtà locali. Aspetto, questo, non di scarsa incidenza: un Terzo Polo fra Udc, Api e Territorio è libertà renderebbe sicuramente più incerta la competizione amministrativa, legittimando interrogativi già nella lotta per accedere al ballottaggio. Non vi è dubbio, comunque, che le chance di dover dar vita a questo Nuovo Polo nel Sannio non siano poche, corroborate come sono dalla presenza del presidente dei senatori di Fli, Pasquale Viespoli, al tavolo nazionale, oltre al fatto che l’Api schiera quale vice segretario regionale Gianvito Bello. Né l’ipotetico rilievo che formalmente nel Sannio Fli non c’è, potrebbe modificare il quadro invocando eventuali ragioni di territorio. Nei prossimi giorni, tuttavia, se ne saprà di più. Intanto, neppure l’interpartitico di domani, è più che prevedibile, contribuirà a diradare le incertezze all’interno del centrosinistra. Anche perché dal Pd i possibili (la coalizione, ha eccepito Sel, ancora non esiste) alleati si attendono chiarezza sul candidato sindaco, ma al momento i bersaniani non sono in grado di poterle garantire. Né l’Api sarà in condizione di far lumi sulla propria collocazione definitiva. Situazione altrettanto indefinita per il centrodestra, laddove l’incognita Udc non è tale solo per i riflessi delle opzioni nazionali, ma andrà verificato pure il livello di condizionamento di intese campane, dove i casiniani sono al governo con il Pdl, Popolari per il Sud e gli altri, oltre che in Regione, pure in quattro amministrazioni provinciali su cinque.

IL MATTINO del 30 Gennaio 2011

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