Quei semplicemente favolosi, irripetibili anni \’60 a Benevento

Quei semplicemente favolosi irripetibili anni ’60 a Benevento ci regalarono anche i juke-box, contenitori fatati che dagli Stati Uniti giungevano in Italia e con essi iniziarono i sogni americani nelle sale da gioco e nei bar. Ci ritrovammo in gruppo davanti al Bar Fragnito e al Bar Sport  ad ascoltare "Only you", "Little darlin", "Smoke gets in your eyes", "Love letters in the sand". Smania, entusiasmi e frenesia ci prendevano allorché Little Richard si "esibiva" in "Tutti frutti", " Lucille", "Good golly". Un urlo immenso la sua voce. Per questo modo di ascoltare la musica, a volume sempre alto, vi furono critiche e disapprovazioni dei genitori e dei sociologi: "Un fenomeno da tenere sotto controllo". Ugo Pirro realizzò "I ragazzi del juke-box", dove imperavano blue-jeans, giacconi in pelle nera, chewing gum, capelli imbrillantinati e chitarre elettriche. Con il juke-box iniziò l’era delle componenti elettroniche, un passo avanti nella fedeltà dei suoni. Nacque il "Festivalbar" ideato da Vittorio Salvetti, concorso che premiò il disco più gettonato. In quegli anni a Benevento si tenevano le "Serate artistiche" dell’ENAL, che ebbero il merito di scoprire le comiche di Gino Del Vecchio e di Gigi Rubino, ma anche la bravura della istrionica e capricciosa Gisa Zarrella e di Rosalba Capriglione che riusciva a spaziare in molteplici ruoli. Ma non dimentico Ciriaco Catillo, attore preciso e di grande volontà, ed Enzo Donatiello preparato ma un pochino timido. Al teatro "La Salle" si tenevano le prove di "Un treno fantasma" con Gino Del Vecchio, Gigi Rubino, Lamberto Ingaldi, Pasquale Beneduce. Poi i festival, forse tanti. Edoardo Caselli propose nel ’61 il "Festival della canzone" che, partito maluccio soddisfece poi autori, interpreti e pubblico. Del secondo festival tenutosi nel maggio del ’62 ricordo con rammarico le tante polemiche, anche se il livello qualitativo delle opere in concorso era più che sufficiente. Ma a questo punto del mio andare è importante che parli anche di un controfestival, almeno così dicevano i ben informati. La "serata della canzone beneventana", che si tenne al Teatro Massimo con l’orchestra del maestro Ettore Paragone e con gli autori-organizzatori Angelo Di Dio, Vincenzo De Masi, Ernesto Gramazio, Antonio Fallarino e Giulio Musco, si svolse all’insegna della compostezza e della tradizione artistico-musicale. "Il Primo Microfono d’Oro"- città di Benevento, presentato da Mario Zeoli affiancato da Mariarosaria Delli Carri, portò qualche novità al "Massimo", dove, accanto a composizioni originali, si affiancarono le sfilate delle graziose vallette, quali Titina Medici, Eva Giliberti, Antonietta Soreca, Elisa Aversano, Letizia Ricciardi, Anna Intorcia, Palma Mastrangeli, Lina Tufo. Intanto, da quella intensa attività musical-festivaliera, Andrea Principe e Tullio Zitani assursero a "Reucci", mentre Luisa Micco, incontrastata protagonista ne diveniva la "Regina". Seguivano nella gerarchia le "Principesse",Mary Ventura, Vittoria Piccolo, Midy, Maika Iannucci, Maria Rosaria Cappelli, Anna Maria Pennella, Claudia Iele, Nella Rocchesi, Gina Ruotolo e Tania Lamparelli. Per Romolo Fiore forti consensi, in particolare per il repertorio classico napoletano, mentre a Franco Pepe e a Pino D’Arienzo per il loro "innamoramento" per Sergio Bruni andavano le euforiche simpatie di un pubblico amante del genere; Pompeo Palatella, alias il "Russulillo", grande trascinatore di piazze, "incassava" premi per le vittorie in tanti concorsi di "Voci Nuove"; Raf Scala era l’incontrastato "Re del night"; Benedetto Politi con la sua calda e vellutata voce calamitava sempre più fans; Benito Caporaso continuava con la straripante semplicità ad emozionare le platee dei teatri e delle piazze; il tenore Enzo Zollo dalla musica leggera assurse alla lirica interpretando validamente le composizioni del maestro Enzo De Bellis, direttore del Liceo Musicale "N. Sala" di Benevento. Brillavano alte le stelle di Pino Salzano e Gigi Giuliano. Richiestissime le formazioni orchestrali " The Forgers " del virtuoso Geppino De Masi e " Alba " del dinamico Mario Lamparelli con il "rocker" Vittorio Campobasso. Raffaele Russo, dopo uno spettacolo abbracciò tutti i componenti e sciolse il complesso "Hula Hula". Ermanno Cammarota, figlio del maestro Italo, lasciava Benevento per non farvi più ritorno. Vittorio Marsiglia lo seguì, ma per riapparire a Napoli con Nino Taranto, poi con Corrado enumerosissimi altri artisti.Geppino De Masi, Raffaele Russo, Romolo Fiore e poi Franco Timbro aprirono un negozio di musica. L’eclettico Tonino Sorgente con gli attori Luigi La Polla e Rosetta Alviggi riscuotevano grandi successi. Raffaele D’Elia, batterista e poeta dell’allegria, si trasferì a Caserta. Il complesso "The Marines", diretto da Pino Salzano – pianista e tastierista – ed Enrico Salzano – batterista e percussionista – apparve su RAI 2 e, successivamente, su RAI 1 in "Cordialmente". Gigi Giuliano suonava il pianoforte nei night napoletani.. L’altosassofonista Silvio Sorgente continuava ad incantare le platee. I fratelli Timbro, valenti musicisti, Franco al sax-tenore, Osvaldo alla batteria e Peppe al basso, costituirono una loro formazione. Tonino Itro, sax-alto, figurava tra i migliori strumentisti. Sempre attivissimi Alfredo Gramazio, Vitolo Fasoli, Vincenzo Viceré e Cosimo Lepore. Italo Cammarota, ormai a Roma, figurava quale primo violino con l’orchestra Rai. Ettore Miele, chitarrista puro e appassionato suonò anche il mandolino. Alfredo Mottola, Aldo Di Giacomo, Tonino Gioioso, Alfonso Fasoli e Tonino Di Pace occasionalmente Tonino Itro, Enzo Nicolella e Luigi Gramazio con i fratelli Pino ed Enrico Salzano accompagnavano Mario Abbate, Mirna Doris, Peppino Gagliardi, Tullio Pane, Nico Fidenco, Luciano Rondinella, Franco BracardiNazzareno De Japinis, potente batterista, si trasferì a Roma; il comico-fantasista Guido Follo continuava a "folleggiare follemente tra la folla"; gli autori Edgardo De Rimini, Alfredo Salzano, Antonio Esposito, Vincenzo D’Agostino, Cosimo Minicozzi, Ettore Paragone, Vincenzo De Masi, Lorenzo Celegato, Mario Tavino, Antonio Micco, Antonio Cirillo preparavano l’attacco per un nuovo festival. Questo e tant’altro accadeva a Benevento nel corso di quei semplicemente favolosi, irripetibili anni ’60 a Benevento.

"…Yesterday, love was such an easy game to play, / Now I need a place to hide away, / Oh I believe in Yesterday

Enrico Salzano

* Omaggio ai favolosi anni ‘60

Questo articolo – che riproponiamo ai nostri lettori – è stato oggetto di studio da parte della Dott.Margheritamaria Cozzi che, dopo l’approvazione della docente relatrice chiarissima Professoressa Marilisa Merolla della Facoltà di Sociologia dell’Università "La Sapienza di Roma", lo ha riportato in un capitolo della tesi sull’aspetto artistico – musicale della canzone nel periodo della ricostruzione  del secondo dopoguerra (1948-1963)

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