Giallorossi, mancano la continuità e l\’intensità agonistica per poter essere \”grandi\”

Tutti e dico tutti, avremmo scommesso tutti i nostri "averi" su una vittoria ad Alessandria, o in alternativa, visto che nel calcio esiste anche l’imponderabile e l’avversario, in una prestazione ricca di grinta, carattere, agonisno ed altri. Meno male che non abbiamo scommesso… Avremmo perso e tra l’altro senza alibi ed attenuanti, perchè nel Piemonte che resta una regione tabù in termini di punti (e meno male che non ci dovremo tornare più), contro una squadra modesta non c’è stato nulla di tutto questo. Ed impietosamente ci sono dati che parlano da soli: 6 sconfitte, 2 vittorie ed 1 pareggio tra l’altro rocambolesco su 9 trasferte. Sono numeri di una formazione modesta e ci fermiamo quì, con l’andamento interno che fa da contraltare e fa capire che probabilmente certe imprese interne sono legate alle individualità che sono davvero da serie superiore e che al S. Colomba vengono imposte meglio…
Resta l’amaro in bocca per non aver regalato una prova tatticamente e agonisticamente di livello, per non aver tirato fuori l’orgoglio, ma soprattutto per essere stati costretti a soccombere da un punto di vista fisico ed atletico agli indemoniati avversari. E la cosa accade puntualmente con gli avversari che alzano i ritmi. In pratica a questo Benevento, per diventare "grande" mancano la continuità e l’intensità… Su certe mancate risposte in termini comportamentali sarebbe opportuno che approfndisca la società, che vada a valutare eventuali malcontenti o altro. Di sicuro ci sono da salvare i play off e lavorare affinchè una volta raggiunti non vengano disputati "timbrando" il cartellino ma con la mentalità giusta. Per fare questo c’è tento tempo a disposizione che non equivale solo ad acquisti (indispensabili del puntelli), ma anche a cedere e cambiare qualcosa.
 Ci fermiamo così, si avvicina la lunga sosta e siamo ormai alla fine del girone d’andata, quindi è tempo di consuntivi e di scelte forti e coraggiose che Oreste e Ciro Vigorito hanno dimostrato, sempre, di saper fare… Al di là di questo è veramente deprecabile l’apatismo del Moccagatta, in aggiunta a quello di Novara o Foligno o Sorrento, tanto per gradire. 
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