«Non adeguatevi all\’ora solare» Lo consigliano gli scienziati inglesi

Il consiglio (in realtà una provocazione) arriva da Mayer Hillman, professore emerito del Policy Studies Institute dell’University of Westminster di Londra ed esperto di tutela dell’ambiente e qualità della vita. «Più luce del giorno corrisponde a più salute – spiega lo scienziato sul British Medical Journal – perché si può svolgere un maggior numero di attività all’aperto». Insomma, il consiglio è semplicemente quello di adottare l’ora legale per tutto l’anno.

ESERCIZIO FISICO – La proposta di Hillman si basa su due studi pubblicati dal Policy Studies Institute (uno del 1988 e uno recentissimo) e su un dato di fatto: in Gran Bretagna (ma non solo) una delle cause principali della diffusione di patologie croniche è la carenza di esercizio fisico. Secondo gli esperti, gli adulti dovrebbero fare mezz’ora di attività motoria al giorno e i bambini almeno un’ora, ma in pochi rispettano le indicazioni, tanto che secondo le previsioni più nere nel 2050 più di metà della popolazione inglese potrebbe essere obesa. Secondo il noto studioso, l’allungamento "forzato" della giornata potrebbe contribuire a migliorare la situazione. Anche perché molti sono consapevoli dei benefici dell’attività fisica (contro patologie cardiovascolari, obesità, diabete, ipertensione e alcune tipologie di tumore), ma hanno poco tempo o poche occasioni per praticarla, mentre per i bambini a scuola l’ora di "ginnastica" è insufficiente. Non solo. Le ricerche indicano che chi fa del movimento si sente più felice, energico e in salute nelle lunghe giornate estive, mentre questo benessere tende a calare nelle brevi e uggiose giornate invernali. Ecco dunque la proposta di Hillman, secondo cui l’adozione dell’ora legale permetterebbe di guadagnare 300 ore all’anno di luce per gli adulti e 200 per i bambini. E molti inglesi – sostiene – sono d’accordo a spostare le lancette dei propri orologi, non solo d’inverno (un’ora avanti), ma anche d’estate (ben due ore avanti). Un piccolo cambiamento che porterebbe dei benefici a costo zero: in tempi di crisi non è cosa da poco. Secondo un altro studio dell’Università di Cambridge inoltre, non cambiare l’ora durante l’inverno farebbe risparmiare ai britannici mezzo milione di tonnellate di emissioni di anidride carbonica l’anno.

L’ESPERTO – «In passato alcuni chiedevano di abolire l’ora legale, ora qualcuno propone di mantenerla tutto l’anno. Gli argomenti a favore delle due opposte proposte sono ugualmente fondati su evidenze scientifiche psicologiche e cronobiologiche, ma esagerati – spiega il professor Cristiano Violani, docente di Psicologia della salute all’Università La Sapienza di Roma -. La prima proposta si basava principalmente sugli effetti connessi alla piccola sfasatura – una sorta di jet lag – che si determina fra orologi sociali e orologi biologici, si tratta di una sfasatura di una sola ora che, con qualche accorgimento, si recupera in solo giorno. La seconda proposta si basa sulla crescente importanza che viene riconosciuta all’esposizione alla luce solare (non ai raggi ultravioletti, s’intende) nell’influenzare il benessere soggettivo nell’uomo che, non va dimenticato, è una specie diurna. Tuttavia d’inverno l’aumento del fotoperiodo assicurato dall’ora legale è piccolo e può essere compensato da una maggiore esposizione alla luce solare al mattino presto e, certamente, riducendo il tempo anche diurno trascorso in ambienti illuminati poco o male».

COSì IN ITALIA – Ma secondo un sondaggio Codacons l’idea di Hillman piace a molti italiani: il 50% vorrebbe abolire l’ora solare. Il motivo? L’accorciamento delle giornate porterà dei disturbi a un italiano adulto su sei secondo Massimo Biondi, direttore del Dipartimento di scienze psichiatriche e medicina psicologica dell’Università La Sapienza di Roma. «Il 15% degli adulti proverà un aumento del senso di fatica, irritabilità, aumento di umore nero, mal di testa, difficoltà ad addormentarsi, effetti dovuti a un passaggio brusco a una giornata più buia» spiega. È la cosiddetta depressione stagionale. Ma, precisa, «non si tratta naturalmente di effetti di rilievo sulla salute: sono transitori e rientrano nel giro di tre o quattro giorni in media. La soluzione migliore è dormire di più per qualche giorno». La Coldiretti consiglia di mangiare latte e riso per combattere gli effetti del rientro nell’ora solare, alimenti utili nel coadiuvare una buona regolazione del ritmo del dormiveglia. Tra i cibi da evitare, almeno la sera, quelli troppo piccanti o conditi. In generale è meglio restare leggeri. Un bicchiere di vino non è controindicato, a patto di non eccedere. Problemi anche per i bambini piccoli, che rischiano insonnia e notti agitate, anche se per un tempo molto limitato. È però vero che il cambio di ora ci consentirà domenica di dormire un’ora in più, recuperando così il sonno perso il 29 marzo. Sette mesi in cui, fa sapere la società Terna, sono stati risparmiati oltre 85 milioni di euro grazie al minor consumo di energia. L’ora legale tornerà alle 2 del 27 marzo 2011.

UN PO’ DI STORIA – In Italia il primo passaggio dall’ora solare a quella legale è avvenuto nel 1916 (anche se l’idea, di Benjamin Franklin, risale al 1784), quando per la prima volta si spostarono le lancette avanti di un’ora. Un cambio d’ora rimasto in uso fino al 1920 perché da quell’anno l’alternarsi fra ora legale e solare fu abolito e ripristinato diverse volte tra il 1940 e il 1948 a causa della Seconda Guerra Mondiale. Con una legge del 1965, in pieno periodo di crisi energetica, il cambio tra ora solare e ora legale fu usato con continuità anche se con modalità diverse negli anni. Dal 1966 al 1980 venne stabilito infatti che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dalla fine di maggio alla fine di settembre, mentre dal 1981 al 1995 si stabilì di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime definitivo di passaggio dall’ora solare all’ora legale è entrato in vigore nel 1996 quando, a livello europeo, si stabilì di prolungare l’ora legale ulteriormente, passando dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre. Lo spostamento all’indietro delle lancette non è scandito in modo uguale nei diversi Paesi del mondo, anzi in alcuni non avviene affatto, basti pensare al Giappone o ai Paesi dell’area equatoriale.

Corriere della sera

 

 

Laura Cuppini

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